kali filippino
Secondo la leggenda, l’efficacia in combattimento di tale disciplina fu dimostrata da Lapu Lapu e dal suo sparuto gruppo di guerrieri, armati di sole armi bianche, che -nella celebre battaglia di Mactan (1521)- tolse la vita a Magellano oltre che a molti altri conquistatori provenienti da diverse parti del globo, interessati alle grandi ricchezze (rame e metalli preziosi) presenti in molte isole e alla favorevole posizione geografica dell’arcipelago, sfruttabile per scopi commerciali.Incentrata su movimenti idonei a consentire l’uso di una vastissima gamma di armi bianche, oltre a comprendere sofisticati concetti a mano nuda, quest’arte altamente efficacie, letale e testata in continui combattimenti, ha permesso alle Filippine meridionali di non essere conquistate per oltre 400 anni. Diversamente dalla maggior parte dei sistemi marziali tradizionali, le arti filippine sono articolate secondo una metodica di allenamento che vede l’insegnamento delle armi precedere, a volte seppur di poco, l’insegnamento della tecnica a mano nuda; tale impostazione, che stravolge la progressione tecnica di molti metodi di combattimento, è principalmente dovuta a fattori di ordine storico ed è resa possibile dall’impiego di principi tecnici comuni tra la parte armata e quella disarmata.